

Luca trovò una mappa nel cassetto di Nonno Pietro. Soffiò la polvere via, con le sue dita lentigginose. "Che avventura mi aspetta?", disse sotto il berretto blu. Sul foglio c’erano linee tremolanti, stelline e una bussola. In un angolo: "Segui i segni e ascolta il cuore". Luca la mise nello zaino. "Ti seguirò, nonno".

La mappa indicava un disegno di foglie e una freccia. Luca uscì in giardino e raggiunse il grande noce. "Scricchiola come una porta antica", ridacchiò toccando la corteccia. Tra le radici, trovò una scatolina di latta legata con spago. Dentro c’era una biglia azzurra e un biglietto di Nonno Pietro. "Bravo, capitano", diceva. "Segui l’ombra del mattino fino al pozzo".

All’alba, Luca seguì la sua ombra fino al pozzo. "Ciao, eco!", chiamò, calando il secchio con attenzione. Tornò su una bottiglietta legata a un nastro rosso. Dentro c’era sabbia fine e un secondo biglietto. "Cerca il muretto di mattoni con una freccia gessata". Luca annuì, infilò la bottiglia nello zaino e ripartì.

Il muretto vicino al cancello mostrava una freccia bianca. "Sembra fresca", disse Luca, toccando il segno col dito. Sotto un mattone allentato trovò un’auto di legno. C’era incisa una P, come Pietro. Un messaggio diceva: "Dietro il vecchio cancello canta il vento". Luca fece vroom con l’auto e corse al cancello.

Il cancello tintinnò, mosso da una brezza gentile. "Ciao, cantante", sorrise Luca, avvicinando l’orecchio al ferro. Vide un filo nascosto tra i cardini. Tirò piano e uscì una chiave avvolta nella carta. "Apre il sottoscala", diceva il biglietto in piccole lettere. Luca strinse la chiave. "Andiamo, piedi veloci!"

La chiave scattò e la porticina si aprì con un sospiro. Dentro profumava di legno e ricordi. Luca trovò una scatola con elastico e un album sottile. Sfogliò foto in bianco e nero, ridendo al cappello enorme di Nonno. "Ehi, pirata", disse guardando la foto, "guida tu". Sotto l’album c’era una piccola bussola che puntava al giardino.

La bussola tremò e indicò il fico vicino al muro. "Grazie, aiutante", disse Luca, tenendola piatta sul palmo. Ai piedi del tronco, trovò un barattolo coperto di terra. Dentro tintinnarono tre biglie e un gessetto bianco. Il biglietto diceva: "Disegna una stella, poi segui il profumo di menta". Luca tracciò la stella sul sentiero e annusò l’aria, sorridendo.

Il profumo lo guidò al ruscello dietro la siepe. Foglie fresche di menta tremavano sull’acqua lucida. "Che freschezza!", esclamò Luca, bagnandosi le dita. Una barchetta di carta era incastrata tra due sassi. Dentro c’era scritto: "Coraggio è navigare piano". Sulla riva trovò una conchiglia dipinta con una piccola freccia.

La conchiglia indicava la panchina vicino ai tigli. Luca arrivò presto, quando il parco era ancora silenzioso. "Buongiorno, foglie", salutò, spostando le gambe sotto la tavola. Toccò il legno e scoprì un’armonica fissata con nastro. Il biglietto diceva: "Suona due note per aprire il ricordo". Luca soffiò piano, e l’aria vibrò come un sorriso antico.

Le note sembravano indicare il capanno degli attrezzi. Luca spinse la porta, che scricchiolò come un violino stanco. "Permesso?", disse al profumo di segatura e olio. Trovò un disegno di barca e un pezzo di carta vetrata. Il biglietto diceva: "Le mani pazienti costruiscono sogni". Luca levigò una scheggia e mise via il disegno con cura.

Una freccia disegnata sul disegno puntava al solaio. Luca salì i gradini, contando: "Uno, due, tre". Il buio profumava di canfora e pioggia lontana. Aprì una scatola lunga e trovò un vecchio cannocchiale. "Guarda lontano per capire vicino", diceva il biglietto. Luca guardò il cortile dall’oblò, e tutto sembrò più chiaro.

La mappa portava a una forchetta disegnata accanto a un cuore. In cucina, Luca aprì il barattolo delle farine. "Scusa, nuvola", tossì ridendo, mentre la polvere volava. Sotto il coperchio trovò una ricetta e un cucchiaino inciso. "I profumi tengono uniti i ricordi", diceva il messaggio. Luca assaggiò un granello di zucchero e batté le mani, felice.

Al tramonto, la mappa brillò dove aveva una lanterna disegnata. Luca salì sul terrazzo, seguendo la luce calda del cielo. Sotto una fioriera trovò una piccola lanterna e una pellicola. "Illumina le storie, e loro illumineranno te", diceva. Luca accese la lanterna, e le ombre danzarono attente.

Luca tese un lenzuolo e puntò la lanterna sulla pellicola. "Tre, due, uno", contò, e le immagini presero vita. Vide un bambino con un berretto blu, uguale al suo. "Ciao, Nonno", sussurrò, riconoscendo gli occhi sinceri. Un cartello nel film diceva: "Abbi cura delle tue radici". Luca batté il cuore con la mano, promettendo di ricordare.

L’ultimo segno della mappa era una grande radice disegnata. Luca raggiunse la quercia vicino al sentiero di ghiaia. "Permesso, signora", disse, spostando foglie con delicatezza. Scoprì una scatola di legno legata con corda rossa. Dentro c’erano un albero genealogico disegnato e una lettera. "Le radici sono storie, non catene", scriveva Nonno Pietro.

Luca riordinò tutti gli oggetti sul tavolo, come stelle. "Ora conosco la rotta", disse, arrotolando la mappa di Nonno. Disegnò un nuovo foglio con parole gentili e frecce luminose. "Per chi verrà dopo di me", scrisse con il gessetto bianco. Chiuse tutto nella scatola e la posò sotto il noce. Il suo cuore, pieno di storie, gli fece da bussola.
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