

Era la notte prima di Natale. Luca guardò il cielo e sussurrò: 'Quella stella non brilla più'. Un tremolio freddo venne dal Polo Nord. 'Aiuto,' mormorò una voce piccola. Luca strinse la sciarpa e promise: 'Ti troverò la luce'. Il vento portò profumo di neve e cannella.

Sotto l'albero del villaggio apparve un elfo dal cappello con campanellino. 'Sono Brillino,' disse ridendo piano. 'La Stella di Natale ha paura.' Luca annuì: 'Andiamo ad aiutarla'. Le lucine tremolarono come applausi. Partirono verso il Nord, di corsa.

Tra i pini, un grande gufo delle nevi planò silenzioso. 'Mi chiamo Nebbia,' gracchiò gentile. 'Vi porto tra i venti dell'aurora'. Luca salì sulla schiena morbida. Brillino tintinnò il campanellino: 'Pronti!'. Spiccarono il volo, oltre le nuvole.

Il vento del Polo Nord urlò come un tamburo. 'Tieni saldo,' avvisò Nebbia. Luca afferrò le piume, ridendo coraggioso. Brillino disegnò una scia di scintille. 'Segui la mia luce,' disse. Le aurore danzarono, indicando la strada.

Su un pinnacolo ghiacciato, una piccola stella tremava. 'Mi sono spenta,' sussurrò la Stella. 'E se Babbo Natale non trova la via?' Luca tese la mano: 'Siamo qui'. Brillino sorrise: 'La luce nasce dal cuore'. Nebbia piegò le ali, proteggendola dal gelo.

'Ci serve lo Specchio del Ghiaccio Cantante,' disse Brillino. Nebbia annuì: 'Ripete la luce più gentile'. Luca inspirò coraggio: 'Dov'è?'. 'Oltre il ponte scricchiolante,' rispose il gufo. Partirono tra fiocchi danzanti. La Stella li seguì come un sussurro.

Sul ponte di ghiaccio, le assi scricchiolavano pericolose. 'Piano,' avvisò Nebbia. Luca legò la sua sciarpa come corrimano. Brillino riparò le crepe con scintille. 'Così altri passeranno sicuri,' disse Luca. L'aria si scaldò, come un grazie invisibile.

La Grotta del Ghiaccio Cantante brillò d'azzurro. 'Chi porta luce riceverà luce,' echeggiò la grotta. Il corrimano di sciarpa rifletté un bagliore gentile. Le pareti cantarono, amplificando quel calore. Brillino raccolse uno specchio cristallino. Nebbia lo reggeva con artigli delicati.

'Adesso, pensieri gentili,' guidò Brillino. Luca chiuse gli occhi: 'Amicizia, casa, cioccolata calda'. Lo specchio vibrò come un campanello. Nebbia alzò il volo, puntando la Stella. Luca parlò: 'Questa luce è anche tua'. La Stella bevve il chiarore.

La Stella di Natale riaccese un sorriso luminoso. Un sentiero dorato comparve nel cielo. In lontananza, campanelli di slitta suonarono. 'Ce l'abbiamo fatta!' gridò Luca. Brillino danzò nell'aria, tintinnante. Nebbia fece una capriola tra le aurore.

'Grazie,' disse la Stella, scintillando gentile. Depose sul palmo di Luca un piccolo cuore-luce. 'Ricorda: condividilo, e crescerà'. Nebbia riportò tutti al villaggio innevato. Brillino sistemò una luce nuova sull'albero. La notte profumò di biscotti.

Sopra i tetti, una slitta sfrecciò: 'Ho, ho, ho!'. Luca stringeva il cuore-luce. 'Il vero potere è nel cuore,' disse Brillino. Nebbia ammiccò: 'E nella gentilezza'. La Stella brillò più forte del mattino. Il Natale era salvo, e pieno d'amicizia.