

Geppetto intagliò un burattino di legno e lo chiamò Pinocchio. "Spero che sia come un figlio per me!" disse sorridendo. All’improvviso, Pinocchio sbatté gli occhi e prese vita. "Papà, voglio vedere il mondo!" esclamò Pinocchio saltando giù dal tavolo. Geppetto rise: "Prima devi andare a scuola!". Ma Pinocchio aveva già mille idee per la testa.

Mentre andava a scuola, Pinocchio incontrò il Gatto e la Volpe. "Seguici, ti renderemo ricco!" mentirono i due furfanti. Pinocchio esitò, ma la loro promessa era troppo allettante. "Va bene, vi seguirò!" disse curioso. Così, Pinocchio dimenticò Geppetto e prese una strada piena di misteri. Dietro di lui, il Grillo Parlante avvisò: "Attento alle cattive compagnie!".

Pinocchio arrivò al Paese dei Balocchi, dove tutti i bambini giocavano tutto il giorno. "Qui nessuno studia!" esclamò felice uno dei bambini. Presto, però, a Pinocchio spuntarono delle lunghe orecchie da asino. "Che sta succedendo?" gridò spaventato. "Quando si scappa dai doveri, possono accadere cose strane," disse la Fata dai Capelli Turchini apparendo magicamente. Pinocchio promise di cambiare e ascoltare di più gli amici.

Grazie alla sua bontà, Pinocchio riuscì a salvare Geppetto dal pescecane. Tornato a casa, Pinocchio si impegnò a lavorare e aiutare gli altri. "Sono fiero di te!" disse Geppetto abbracciandolo. All’improvviso, Pinocchio sentì una magia: si era trasformato in un vero bambino. "Ora so cosa vuol dire essere onesto e responsabile!" sorrise felice. Tutti festeggiarono insieme la sua crescita.